L'Artista Invisibile e la Società dell'Indifferenza
- Michele Di Erre
- 30 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Ok magari il titolo vi ha fatto arricciare il naso. Bene e' quello che volevo! Sto indagando socialmente!
A tutti quelli con cui ho perso la connessione, non perché manca il segnale, ma perché non partecipo più a quella partita.

Abbandoniamoci! Continuate nella lettura che ora vi spiego di cosa sto parlando!
C'è una strana condizione che affligge l'artista contemporaneo, almeno quello emergente, una sorta di invisibilità selettiva.
Sei visto, osservato, scrutato.
Le tue storie su "Instacaz" vengono aperte con religiosa puntualità, come se fossero il bollettino meteo dell'esistenza altrui.
Ma i like? I commenti? le interazioni? Quelle che ti fanno capire di essere parte di una "comunita'". Scarseggiano come pioggia nel deserto.

Eppure loro ci sono. Li vedo che osservano tutti i giorni! Gli "amici", ci sono quando si tratta di dire: "Che bello questo quadro!" con un sorriso che sembra un biglietto da visita spiegazzato. Ci sono quando entrano nel tuo studio, o a una mostra, e ti guardano le tele con quello sguardo tra l'ammirato e il compassionevole, come se stessi facendo volontariato nell'universo delle idee sprecate.

Perché, dico io, perché un amico artista non vale quanto un commercialista? Nulla contro i commercialisti, per carità, ma non sarebbe più naturale sostenere un amico che crea bellezza piuttosto che uno che ti ricorda quante tasse devi pagare? Eppure niente. Non c'è una volta che un amico abbia comprato una stampa, un dipinto, nemmeno un misero schizzo su un tovagliolo. Ok, ora sto esagerando! Non e' sempre cosi' ovvio. Ci sono anche amici che ti sostengono e sono forse quelli che ti danno la forza di continuare. Ma ci sono alcuni, forse troppi, e non faccio nomi, quando vengono a trovarti, hanno quell'aria da benefattori:
"Ti faccio un favore a essere qui, non farmi anche spendere!".

E poi ci sono quelli che ricevono un tuo quadro in regalo. Ah, l'emozione! La gratitudine! La gioia! Che poi scopri mesi dopo che il quadro è finito dietro un armadio, vicino a quella cyclette comprata con entusiasmo e mai usata.
Per quello ora BASTA REGALARE ARTE!!!
VE LA DOVETE COMPRARE! O AL MASSIMO VE LA DOVETE CONQUISTARE DURAMENTE!!!
Ma il meglio lo danno quando si tratta di scuse.
"Eh, sai, ho due figli, il lavoro, il tempo vola, chi ce l'ha il tempo di sentirci?".
Ah certo, e io? Io sono un artista, quindi ovviamente non faccio nulla, galleggio nell'etere della creatività, sfiorando i contorni della realtà con pennelli d'aria e tele invisibili. Però, guarda caso, quando c'è da arredare casa, eccoli con la loro scelta raffinata: un bellissimo quadro dell'Ikea, trenta euro, cornice inclusa.
E poi il capolavoro finale:
"I tuoi quadri sono belli, però sei un po' caro."

Caro? Tu che hai un iPhone da 1000 euro, che cambierai in otto mesi, tu che spendi 5 euro al giorno per un caffè con brioche, tu che compri magliette fatte male a 60 euro perché hanno il logo giusto? Io sono caro?
Forse la verità è che l'arte ha perso valore, non perché non sia più importante, ma perché la gente ha perso la capacità di percepirla. Viviamo in un mondo dove tutto è veloce, immediato, a portata di mano. L'arte richiede tempo, contemplazione, impegno. E questo spaventa.
Ma sai che c'è? Forse la soluzione è FREGARSENE!
Dipingere, creare, essere artista per il piacere di esserlo, e lasciare che gli altri si perdano nei loro scroll infiniti.

Perché, alla fine, ci sarà sempre qualcuno che capirà. Magari non sarà un amico con cui giocavi da piccolo, ma sara' quello che hai incontrato da adulto, non sarà la famiglia, ma quella che ti sei creato col temo, non sarà chi ti conosce da sempre, ma colui che hai conosciuto il giorno prima per strada. Tuttavia sarà qualcuno che, guardando il tuo quadro, sentirà qualcosa. E allora, forse, tutto questo sarà valso la pena.
Intanto io continuo a dipingere. A disegnare.
Concludendo: Pensaci bene.
Investire in arte non significa solo acquistare un oggetto da appendere a una parete. Significa scegliere di dare valore a qualcosa che parla, che resiste al tempo, che non si consuma come le mode. L’arte autentica, quella che racconta, che provoca, che emoziona, non scade. Non è un tramonto generico, non è l’ennesimo skyline di New York o il gattino stampato in milioni di copie e rivenduto in massa su Amazon, Ikea o nei soliti negozi “made in ovunque”.
Un’opera originale, magari creata da un artista emergente, può diventare, con gli anni o anche solo dopo una generazione, qualcosa di prezioso. Ma anche se non dovesse mai "salire di valore" nel senso economico, rimane qualcosa che hai scelto perché ti ha colpito. Perché ti ha smosso dentro. E questo vale già moltissimo.
Oggi l’arte indipendente non è inaccessibile. Non serve essere milionari per possedere un’opera autentica. Basta avere uno sguardo, un sentimento, un po’ di coraggio. Se investi ora in qualcosa di vero, che ti parla, che ti riguarda, domani potresti ritrovarti non solo con un’opera di valore, ma anche con una storia. Un frammento di tempo che hai saputo vedere prima degli altri.
E se non riesci a vedere questo... forse non è l’arte che manca.
Forse è solo il tuo sguardo che non è ancora pronto.
Comunque grazie se sei giunto fino a questa linea a leggere! Come al solito condividi questo pensiero con chi ti sta accanto, sui social se vuoi, ma cerchiamo di recuperare connessioni autentiche almeno con chi conta! Cerchiamo di non essere come formiche nell'universo! Commentate e condividete i vostri pensieri in merito!!!
Questo e' un esperimento sociale nato da una conversazione con altri artisti.
Di seguito se avete ancora voglia, per alleggerirvi e deliziarvi, esplorate una collezione particolare che nasce da sogni che ho fatto e che hanno ispirato la mia vita e i miei pensieri!
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