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Il Club dei Ghiacciati Famosi 3: Il Caos Finale

Mese 13 dell'Anno 4224


Le capsule della Clio si aprono di nuovo con un suono simile a un rutto cosmico.

"Questa volta andrà meglio!" esclama Marilyn Monroe, stiracchiandosi.

Il computer aggiorna i superstiti del passato sul tempo presente:

La Terra è ora governata dai Polpi Psionici, esseri tentacolari che comunicano tramite sarcasmo telepatico.

"Oh, grandioso, proprio quello che ci serviva!" pensa Kurt Cobain.

"Sì, certo, che idea meravigliosa congelarsi!" aggiunge il Polpo Re, roteando i tentacoli. "Ora, per favore, potreste spostarvi? State bloccando la vista dell’Oceano Galattico."

"E la musica? Esiste ancora?" domanda Michael, speranzoso.

"Oh sì, ma ora si compone attraverso danze di antimateria. Vuoi provare?" risponde il Polpo.

Michael Jackson accetta la sfida. Dopo due passi, Puff!! Ed esplode in una nuvola di particelle quantiche.

"Ops," dice il Polpo.

Elvis ha fame e prova a ordinare a Mr Tentaculus un sandwich, e gli vien detto che nel 4224 il cibo è considerato un’entità sacra e intoccabile. Ecco che per solo averlo chiesto gli alieni ottomani lo condannano a essere un panino vivente per l’eternità. Puff!! Diventa un sandwich di farina integrale!

Nel caos, Jim Morrison inizia a declamare una poesia esistenziale, ma un cyborg lo interrompe: "La tua anima è di proprietà della MegaCorporazione Interstellare. Ci devi 400 anni di poesia obbligatoria."

"Nooo!" urla Jim, mentre viene trascinato via in un’astronave piccolissima che si materializza nella stanza.

"Questa è la fine, mia unica amica, la fine..." Puff!! Anche Jim sparisce con l'astronave mignon.

Marilyn sospira. "Sapete che vi dico? Stavolta basta. Io vado a sposare un polpo e divento regina." Ed esce dalla stanza ma non si sa dove vada a cercare il suo futuro ex sposo!

L’ultimo rimasto, James Dean, si guarda attorno con la sua solita aria da belloccio. "Va bene, sapete cosa? Io torno nella capsula. Ci vediamo tra 10.000 anni."

Si chiude il portellone.

Nessuno lo vedrà mai più.

Epilogo: La Filosofia della Mosca


"L’idea di questo racconto mi venne da bambino, quando congelai una mosca nel freezer. Dopo una settimana, la tirai fuori e la misi al sole: tornò a volare come se niente fosse. Se la memoria è il vero codice dell’esistenza, allora non siamo altro che mosche nel freezer dell’universo, in attesa di un raggio di sole che ci ricordi chi siamo davvero."

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© Michele di Erre Art
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Grazie per essere arrivatə fin qui sei chiaramente una persona curiosa.”
Restiamo ispirati, un po’ strani e piacevolmente disorientati insieme.

Sinceramente Michele

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