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Manuale Semiserio di Cianotipia


Ciao a tutti! Se siete capitati su questo articolo, probabilmente siete curiosi di scoprire di più sulle cianotipie, oppure, magari, stavate semplicemente esplorando il mio sito e il titolo vi ha incuriosito abbastanza da cliccare.

Come artista figurativo, ho sempre avuto un forte interesse per molteplici tecniche, che vanno ben oltre pittura e disegno, spaziando anche nella fotografia. In particolare, la cianotipia mi ha affascinato per la sua capacità di combinare sperimentazione, composizione e un gioco creativo con le silhouette.

Proprio per questo ho deciso di scrivere un manuale semplice e divertente, pensato per accompagnarti passo passo nella scoperta di questa tecnica straordinaria, accessibile e incredibilmente appagante.

Qui sotto troverai alcuni esempi dei miei lavori, tutti già venduti, tranne uno, che puoi scoprire nell’area riservata del sito iscrivendoti alla newsletter, se ti interessa approfondire.

Detto questo ecco passo passo come tu puoi creare le tue cianotipie! Buon viaggio!


PARTE 1


Storia, Alchimia e Pratica di una Magia Blu


Il secolo delle magie


Siamo nel XIX secolo: epoca di barbe importanti, invenzioni strabilianti, e una certa propensione a miscelare chimica e meraviglia con la disinvoltura di un apprendista stregone in laboratorio. È il secolo in cui nascono la fotografia, l’illuminazione elettrica e l’ipotesi che forse, dico forse, le sanguisughe non fossero la cura universale. È anche il secolo in cui la cianotipia fa la sua comparsa: una tecnica fotografica che sembra uscita direttamente da un grimorio alchemico e che, per una volta, non è stata brevettata da un uomo con panciotto e monocolo.

A inventarla, nel 1842, è Sir John Herschel,

astronomo, matematico, chimico e tuttofare scientifico dell’epoca. Ma la vera magia avviene quando questa invenzione finisce tra le mani (e le erbe) di una donna: Anna Atkins.


Anna Atkins: la pioniera del blu

Anna non era una fotografa nel senso moderno del termine.

Era una botanica con il pallino della precisione e un amore smisurato per le felci. E cosa fa una donna dell’età vittoriana con una collezione di piante e una nuova tecnica fotografica tra le mani? Pubblica il primo libro fotografico della storia, Photographs of British Algae: Cyanotype Impressions. Un titolo non proprio catchy, ma che oggi avrebbe garantito un milione di follower su Instagram e almeno due TED Talks.

Atkins utilizza la cianotipia per documentare piante marine, creando immagini affascinanti in tonalità che spaziano dal blu cielo al blu profondo. Non solo abbandona la penna per la luce, ma trasforma la scienza in poesia visiva. La sua opera non è solo arte o scienza: è una forma di stregoneria con il sole come bacchetta magica.


Perché il blu?


Il blu non è un caso. Non è neanche una scelta estetica. Il blu della cianotipia è figlio diretto di una reazione chimica tra citrato ferrico ammoniacale e ferrocianuro di potassio. Sì, suona come qualcosa che potresti trovare nel laboratorio di un villain Marvel, ma ti assicuro che è abbastanza sicuro se maneggiato con criterio (e guanti).

Il ferro, una volta esposto alla luce UV, si trasforma come un supereroe chimico: si riduce da Fe(III) a Fe(II) e reagisce con il ferrocianuro per creare il famoso blu di Prussia, una sostanza pigmentosa che tinge la carta in modo permanente. Il risultato è una stampa dai toni intensi e surreali, una sorta di negativo del mondo reale, impresso dal sole stesso.

Il blu, dunque, è il colore della trasformazione. È la firma di un processo che unisce arte, scienza e casualità atmosferica. È il colore del cielo e del mistero, della profondità oceanica e della nostalgia fotografica.


Spoiler del capitolo successivo: Nel prossimo episodio parleremo di come si fa una cianotipia: niente incantesimi, solo chimica e un pizzico di poesia. Pronti a sporcarvi le mani?


PARTE 2

Pratica Tecnica Seria


Quando la chimica diventa poesia (ma con le mani sporche)


Materiali e strumenti


Fare una cianotipia non richiede un laboratorio da scienziato pazzo, ma neanche la dispensa della nonna. Ti serve una piccola lista della spesa che sembra uscita da un episodio di Breaking Bad, ma tranquillo, non finirai sulla watchlist dell’Interpol.

Ecco cosa ti serve:

Immagine questa che troverete su Amazon, forse aime' il posto piu' economico per trovare tutto in un solo colpo!
Immagine questa che troverete su Amazon, forse aime' il posto piu' economico per trovare tutto in un solo colpo!
  • Carta cotone o acquerello (no, la carta della stampante non vale, assorbe male e si strappa peggio).

  • Pennello piatto, spugna o bacchetta da sushi (per stendere l'emulsione come si deve, anche se l'arte del pennello zen non è obbligatoria).

  • Due soluzioni chimiche:

    • Citrato ferrico ammoniacale

    • Ferrocianuro di potassio

  • Guanti (non vuoi diventare un puffo, vero?)

  • Contenitore in vetro o plastica scura (la chimica odia la luce precoce).

  • Negativi o oggetti piatti (piante, oggetti semitrasparenti, forbicine vintage, l’anima del tuo gatto... purché lasci un’ombra).

  • Vetro o cornice da esposizione (per tenere tutto schiacciato come un sandwich).

  • Fonte UV: il sole (gratis), oppure lampade specifiche se ti senti professionale.

  • Vaschette per lavaggio e acqua corrente (per l’epilogo catartico finale).


Preparazione delle soluzioni


Attenzione: qui si fa sul serio. E si usano misurini, bilancini, e la concentrazione mentale di un monaco tibetano.

Formula magica:

  • 25g di citrato ferrico ammoniacale in 100ml di acqua distillata (Soluzione A)

  • 10g di ferrocianuro di potassio in 100ml di acqua distillata (Soluzione B)

Conservale in bottigliette scure, al fresco e al buio come un buon vino tossico.

NON mischiarle fino al momento dell’uso. Una volta unite, hai circa 2 ore prima che l’incantesimo scada!


Procedura passo-passo


  1. Prepara l’emulsione Unisci pari quantità della Soluzione A e B in un contenitore (es. 5ml + 5ml). Mescola delicatamente.

  2. Stendi sulla carta Applica l’emulsione su carta con pennello/spugna in penombra. Ottieni una bella superficie verde oliva (sì, è normale).

    Lascia asciugare al buio.

  3. Posiziona negativo o oggetto Sopra la carta asciutta, disponi il negativo o l’oggetto. Schiaccia con vetro.

  4. Esposizione al sole Porta tutto alla luce. Tempi variabili: dai 5 ai 20 minuti, dipende dalla luce. Quando l’immagine diventa marroncina: è cotta.

  5. Lava con acqua fredda

    Rimuovi l’oggetto, metti sotto acqua corrente. L’immagine blu inizierà a emergere come per magia. Lasciala lavare per 5-10 minuti.

  6. Asciuga All’aria, oppure con phon tiepido se sei impaziente.


Errori comuni e come riderci sopra


  • Carta arricciata Hai usato carta sbagliata? Benvenuto nel club dei gonfiabili. Prova con carta acquerello 300g.

  • Macchie casuali L’hai toccata con le dita? Congratulazioni: hai firmato l’opera. Rilassati, è arte concettuale.

  • Immagine troppo chiara o troppo scura Hai esposto troppo poco o troppo. Ma ora sai quanto dura la luce del tuo balcone alle 10:43 del mattino.

  • Colori smorti Hai lavato troppo a lungo o la carta era trattata. Prova carta non acida e non aspettarti di ottenere l’azzurro Tiffany al primo colpo.


Tecniche avanzate (per chi vuole tirarsela)


Viraggi (toning) Vuoi che la tua cianotipia sia seppia, verde, o addirittura nera? Puoi virarla! Usa tè nero forte (viraggio ai tannini), bicarbonato, vino rosso, caffè. Più acido o basico è il bagno, più la magia si complica.

Doppi negativi Stampa lo stesso soggetto due volte con esposizioni diverse: uno chiaro, uno scuro. Sovrapponili per ottenere effetti onirici e tridimensionali. O confondere i tuoi amici artisti.

Mascherature e split exposure Usa cartoncini, stencil, oggetti mobili durante l’esposizione. È come fare uno spettacolo di ombre cinesi con la luce del sole.


PARTE 3

Errori Storici Memorabili

Ovvero: quando sbagliare è un’arte


Disastri celebri nella fotografia antica


Pensiamo spesso ai pionieri della fotografia come a gente seria, con baffi importanti e camici bianchi impeccabili. Ma dietro ogni immagine vittoriana c’è un laboratorio fumante, una bottiglia sbagliata e probabilmente qualcuno che urla “Oh no!” in accento ottocentesco.

Ecco alcune gemme del disastro fotografico antico:

  • Il negativo mai sviluppato di Talbot: William Henry Fox Talbot,

    l’altro grande padre della fotografia, una volta lasciò esposto un negativo alla luce troppo a lungo. Il risultato? Una silhouette così evanescente da sembrare un’apparizione. Fu cestinata. Oggi, una copia simile vale migliaia di sterline. Il fallimento ha il suo prezzo.

  • L’effetto fantasma: prima dell’invenzione degli esposimetri, i ritratti duravano minuti. Bastava un respiro o un colpo di tosse per trasformare la nonna in una creatura ectoplasmatica. Molte di queste immagini "sbagliate" sono diventate involontari capolavori gotici, perfette per una copertina shoegaze.

  • Cianotipie virate per errore: molti dei primi viraggi nacquero da lavaggi in acque contaminate o tè dimenticato sulla stampa. Alcuni risultati furono cestinati, altri furono “reinterpretati” come scelte artistiche. Spoiler: funzionò.


Cianotipie sbagliate che sono diventate capolavori


La storia della cianotipia è anche la storia della serendipità. Una goccia caduta nel posto giusto, un’esposizione fuori tempo massimo, un oggetto spostato dal vento: tutto può trasformare un fallimento tecnico in un successo estetico.

Esempi memorabili:

  • La foglia caduta: un’artista contemporanea racconta che durante un’esposizione in giardino, una foglia si è staccata da un albero e si è posata sulla carta. Il risultato è stato un’impronta perfetta, non prevista. Il blu l’ha immortalata. La stampa ora è in una galleria.

  • L'acqua piovana: una serie di cianotipie lasciate accidentalmente sotto un acquazzone ha prodotto bordi frastagliati, aloni psichedelici e trame impossibili da replicare. La collezione si chiama Meteorologia Poetica. Roba da Biennale.

Morale? In cianotipia, il caso è un alleato. O almeno, un complice.


PARTE 4

Cianotipia Creativa


Quando la carta non basta più


Chi ha detto che la cianotipia si fa solo su carta? Sicuramente qualcuno senza spirito d’avventura. La verità è che puoi tecnicamente stampare ovunque ci sia una superficie porosa e un po’ di pazienza. Qui entriamo nel terreno delle esplorazioni creative.


Su stoffa


  • Funziona benissimo su cotone naturale, lino, seta grezza.

  • Lava prima il tessuto (senza ammorbidenti!) per rimuovere trattamenti industriali.

  • Applica l’emulsione e lascia asciugare al buio.

  • Esponi come sempre. Lavaggio in acqua fredda. Voilà!

  • Si fissa con una stiratura a secco o un bagno di aceto (opzionale ma utile).

Ottimo per: t-shirt artistiche, tote bag da mostra, cuscini da Instagram.


Su legno

  • Serve legno grezzo e chiaro, tipo betulla o pioppo. Niente vernici o resine.

  • Puoi trattare la superficie con gelatina o colla di coniglio per migliorare l’adesione.

  • L’emulsione tende a penetrare in modo irregolare: accetta la texture.

Ottimo per: quadri astratti, etichette steampunk, arredamento alternativo.


Su ceramica

  • Funziona solo su ceramica non smaltata (biscotto ceramico).

  • L’effetto è molto materico e spesso si sfalda un po’ al lavaggio.

  • Meglio se fissato con spray acrilico o resina trasparente.

Ottimo per: piastrelle decorative, installazioni, portacandele da mago.


Su pietra

  • Superfici porose tipo ardesia, tufo o pietra calcarea.

  • Difficile da stendere in modo uniforme, ma affascinante.

  • Occhio al peso, ma vale la pena: sembrano rune moderne.

Ottimo per: targhe cianotipiche, gioielli fatti in casa, messaggi da lasciare nel bosco.

Su pelle

  • La pelle vegetale assorbe bene, ma è delicata.

  • L’emulsione può cambiare tonalità: il risultato è più “seppia bluastro”.

  • Raramente uniforme, ma sempre suggestiva.

Ottimo per: copertine di diari, portafogli da artista, fetichismi visivi.

In sintesi: La cianotipia è una tecnica che ama essere portata al limite. Se ti chiedi "posso stampare qui sopra?", la risposta è: sì, provaci. Al massimo, avrai scoperto un nuovo errore memorabile.


PARTE 5 — Glossario Semiserio

Tutto quello che devi sapere, senza prenderti troppo sul serio


Una guida tascabile per non sembrare spaesato quando qualcuno dice “viraggio” con aria di superiorità. Da leggere con il sorriso e, possibilmente, le mani ancora un po’ blu.

Cianotipia Tecnica fotografica antica quanto affascinante che consiste nel far reagire sali ferrici e raggi UV per ottenere immagini blu. Detto così sembra chimica, in realtà è stregoneria con licenza artistica.

Blu di Prussia Il pigmento che dà alla cianotipia il suo fascino profondo. È un blu aristocratico, elegante e un po’ misterioso. Mai banale, spesso incompreso.

Negativo L’immagine “al contrario” che permette alla luce di fare la magia. Può essere digitale stampato su acetato o una pianta secca che si crede artista.

Esposizione Il momento in cui metti tutto al sole e preghi che le nuvole non ti tradiscano. Dura da 5 a 20 minuti, a seconda della stagione, dell’umore del cielo e della tua pazienza.

Viraggio Trattamento post-stampa per alterare il colore. Caffè, tè, bicarbonato e altri pozioni da cucina possono cambiare il blu in marrone, nero, seppia o “non so cosa sia ma è bellissimo”.

Lavaggio Il rituale finale in cui l’immagine emerge, l’eccesso chimico se ne va e tu guardi la tua creatura prendere vita. In sottofondo, sentiti libero di mettere una colonna sonora epica.

Carta cotone Il supporto ideale per le tue stampe. Più spessa è, meglio regge. Se usi quella della stampante, ti meriti bordi arricciati e sguardi giudicanti.

Mascheratura Tecnica per proteggere parti dell’immagine dalla luce. Si fa con cartoncini, stencil o il gatto che decide di sdraiarsi sopra. Risultati variabili.

Split exposure Esposizione a tempi o fonti diverse per creare effetti strani e bellissimi. È come cucinare a fuoco lento e poi flambare. Rischioso, ma appagante.

Errore artistico Il 90% dei tuoi lavori durante il primo mese. Col tempo capirai che sono più belli così. La cianotipia è anche accettazione.


PARTE 6 Manifesto del Cianotipista Felice

Le 10 regole d’oro per amare la cianotipia (anche nei giorni di pioggia)


  1. La perfezione è noiosa. Se vuoi righe dritte e neri assoluti, fai una fotocopia. Il blu sbavato è un’ode alla spontaneità.

  2. Accetta il tempo. Il sole decide, non tu. Allenati all’attesa, alla luce sbagliata, al vento che gira la pagina. È zen, è vita.

  3. Sporcarsi è un atto creativo. Le dita blu sono medaglie. Portale con orgoglio, non con acetone.

  4. Le nuvole fanno parte del gioco. Non esistono condizioni perfette. Esistono solo tentativi poetici.

  5. Riutilizza tutto. Carta sbagliata? Tagliala a pezzetti. Negativo stanco? Sovrapponilo. L’errore è ricchezza.

  6. Condividi senza competere. La cianotipia è comunità, non classifica. Mostra il tuo processo, non solo il risultato.

  7. Dai un nome alle stampe. Anche se è solo “Foglia #7” o “Luce sbagliata ma ok”. Ogni stampa è un essere vivente.

  8. Stampa come se nessuno ti stesse guardando. L’arte nasce meglio quando non pensi a Instagram (ma poi postala lo stesso, ovvio).

  9. Sii curioso. Prova su tessuti, legni, sassi, mani (ok, forse no le mani). La cianotipia ama la sperimentazione.

  10. Ama il blu, sempre. È più di un colore. È uno stato mentale. Una visione. Un rito. Una poesia fotosensibile.


PARTE 7 — Extra Tips da Maghi Moderni

Esperimenti, sortilegi e formule da laboratorio alternativo

Hai già stampato su carta, virato con tè, fatto amicizia con il sole e l’acqua corrente. Ora è il momento di esplorare le vie occulte della cianotipia: trucchi, variazioni e piccoli sabotaggi creativi che solo i maghi veri osano tentare.


Viraggi alternativi

Per cambiare colore alla tua stampa senza cambiare anima.

  • Caffè L’acido tannico del caffè scurisce il blu fino a trasformarlo in cioccolato fondente. Tempo di immersione: 10-30 minuti. Meglio se è rimasto in moka da stamattina.

  • Tè nero Reazione simile al caffè ma più gentile: produce tonalità seppia, nostalgiche e vintage. Bonus: l’odore è meglio.

  • Curcuma + bicarbonato Mescola curcuma in acqua calda per ottenere un viraggio giallo psichedelico. Il bicarbonato spinge verso il verde. Da usare solo se ami gli esperimenti cromatici borderline.

  • Succo di barbabietola Sì, funziona. Colora i toni chiari in rosa porpora, ma attenzione alla durata: tende a sbiadire nel tempo. Molto punk.


Tecniche miste

Mischia, confondi, sperimenta. La cianotipia non è gelosa.

  • Cianotipia + acquerelloDipingi sopra le aree bianche o blu chiaro dopo l’asciugatura. Il contrasto è magico, soprattutto se usi pigmenti metallici.

  • Cianotipia + incisioneStampa su carta per incisione e poi lavorala con bulino o punzone. È come se Dürer incontrasse Anna Atkins.

  • Cianotipia + collage Combina immagini cianotipate con ritagli, testi, texture. Il risultato è pop, poetico e molto “fanzine d’arte”.


Errori da provare apposta per inventare nuove magie

Chi ha detto che l’errore va evitato? Alcuni errori sono strumenti mascherati.

  • Esposizione doppia involontaria (ma voluta)Esporre due volte, con soggetti diversi, può creare immagini sovrapposte dal fascino onirico.

  • Stendere emulsione a caso Usa pennelli larghi, mani, spugne. Ottieni bordi frastagliati, macchie, texture vive. È pittura che sogna la fotografia.

  • Usare oggetti traslucidi Plastica, vetro smerigliato, tulle. Lascia passare solo parte della luce, creando sfocature e sfumature misteriose.

  • Stampare con la pioggia Sì, davvero. Esporre sotto gocce d’acqua produce impronte organiche, irrepetibili. Il caos meteorologico è il tuo collaboratore.


PARTE 8 — FAQ Cianotipiche

Domande sceme, risposte serie (più o meno)

➤ È vero che serve il sole?

Sì, ma non solo. Basta luce UV, quindi anche una lampada da esposizione o un cielo nuvoloso funzionano (con più pazienza). Però ammettiamolo: il sole dà tutta un’altra poesia.

➤ Ma poi il blu resta per sempre?

Dipende. Se lavi bene la stampa, la asciughi lontano dal sole diretto e la conservi con amore: sì. Altrimenti... diciamo che può sbiadire con grazia.

➤ Posso usare la stampante di casa per fare il negativo?

Sì, ma serve acetato trasparente e una stampante a inchiostro che carichi nero denso. Se il nero non è nero, la stampa sarà palliduccia. Un po’ come un fantasma sotto dieta vegana.

➤ Che carta devo usare?

Cotone 100% o carta acquerello non trattata. Più spessa è, meglio regge l’acqua. La carta della stampante funziona solo per farci le prove e pentirsene dopo.

➤ Posso cianotipare il mio gatto?

No. A meno che non sia molto, molto fermo e ami l’arte concettuale. In alternativa, puoi fare una stampa del suo pelo.

➤ Come capisco quando la stampa è “pronta”?

Quando il blu ha virato al verde oliva o marrone: significa che la reazione ha fatto il suo corso. Ma attenzione: troppo tempo sotto il sole può uccidere i dettagli. Cronometra o ascolta l’istinto. O entrambi.

➤ È normale che mi sporco sempre?

Sì. E se non ti capita, probabilmente non stai facendo abbastanza cianotipia.

➤ Esiste un modo per rimediare a una stampa venuta male?

Certo:

  • Tagliala e usala in un collage.

  • Virala e cambia colore.

  • Regalala con aria intellettuale: “è un’esplorazione concettuale del fallimento visivo”.

  • Oppure… rifalla.

➤ Perché lo facciamo, tutto questo?

Perché il blu è magia. Perché è meditazione. Perché in un mondo dove tutto è digitale, aspettare che il sole stampi su carta ci ricorda che la bellezza ha i suoi tempi.


PARTE 9 — La Cianotipia come risorsa creativa artistica (vol.2)


Ovvero: come trasformare un’antica tecnica in un laboratorio personale di meraviglia

La cianotipia non è solo una tecnica antica o una curiosità da laboratorio ottocentesco. È una vera e propria fucina creativa, un mezzo espressivo che vive e si reinventa in ogni esperimento, in ogni errore, in ogni foglio blu dimenticato al sole per troppo tempo. Qui non si tratta solo di “stampare qualcosa”, ma di giocare con la luce, di disegnare con l’ombra, di vedere il mondo come un gigantesco negativo da reinterpretare.

1. Fotogrammi: poesia per contatto

Una delle magie più immediate della cianotipia. Prendi un oggetto – una foglia, una piuma, un paio di occhiali da sole dimenticati – e appoggialo sulla carta sensibilizzata. Esposto alla luce, l’oggetto lascerà la sua impronta, come un’eco visiva. Nessuna macchina fotografica, solo l’essenza della forma.

2. Sovrapposizioni: stratificare la realtà

Chi ha detto che una sola esposizione basta? Prova a stampare in più fasi, aggiungendo ogni volta nuovi elementi o ruotando il supporto. Il risultato sono immagini complesse, quasi oniriche, in cui il tempo si intreccia alla luce. È una forma di collage temporale che sfida la logica e stimola l'immaginazione.

3. Viraggi e tonalizzazioni: il blu è solo l’inizio

Il Blu di Prussia è l’inizio della storia, ma non la fine. Con semplici viraggi puoi trasformare l’atmosfera della tua stampa: dal tono caldo del tè al nero profondo del tannino, ogni variazione è una nuova identità. È come se la stampa avesse più vite, più stati d’animo.

4. Applicazioni su superfici alternative

Carta, sì. Ma anche tessuto, legno, pietra, ceramica, pelle. La cianotipia è una tecnica nomade, che si adatta e abita i materiali più disparati. Puoi decorare un cuscino, stampare su una maglietta, trasformare una mattonella in un’opera d’arte. Ogni superficie reagisce in modo diverso, ogni stampa è irripetibile.



CONCLUSIONE

Il blu come forma mentale

La cianotipia non è solo una tecnica fotografica: è un modo di guardare il mondo. È lentezza in un’epoca veloce, è artigianato in un universo digitale, è imperfezione vissuta come stile. È il piacere di costruire con le mani, di sbagliare con dignità, di meravigliarsi del sole e dei suoi capricci.

Non serve essere fotografi, chimici o artisti. Serve solo voglia di esplorare, accettare il fallimento come possibilità, e lasciarsi sorprendere da quel blu profondo che sembra parlare una lingua antica.

Quindi: stendi, espóniti, lava e ama. E se qualcosa va storto, tanto meglio.


Risorse e Bibliografia


Libri

  • Malin Fabbri, Blueprint to Cyanotypes: Exploring a Historical Alternative Photographic Process

  • Christina Z. Anderson, Cyanotype: The Blueprint in Contemporary Practice

  • Mike Ware, Cyanotype: The History, Science and Art of Photographic Printing in Prussian Blue

Siti Web

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© Michele di Erre Art
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Grazie per essere arrivatə fin qui sei chiaramente una persona curiosa.”
Restiamo ispirati, un po’ strani e piacevolmente disorientati insieme.

Sinceramente Michele

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