Lezione 6 | Stile Minimalista
- Michele Di Erre
- 9 giu
- Tempo di lettura: 10 min
Rivela il caos ordinato
Per questa lezione che molti di voi potrebbero pensare che sia la piu' facile, devo deludervi fin dal principio: No lo e' e non basta essere bravi a disegnare. Serve mettere le cose al posto giusto, e no, non stiamo parlando di Feng Shui.
Minimalismo e composizione: quando il silenzio fa più rumore
Il minimalismo, quel parente elegante che parla poco ma colpisce nel segno, non è solo un'estetica: è una dichiarazione d’intenti. Nasce tra le macerie visive del dopoguerra e trova nella composizione il suo alleato più fedele. Non servono mille elementi: ne bastano tre, a volte neanche quelli, ma devono essere perfettamente orchestrati. È qui che entra in gioco il nostro strumento principale: la composizione. Quindi ancora una volta, ripassate, se non lo avete ancora fatto, gli articoli Cos'e' la composizione nell'arte e Semplificare la composizione
Minimal non vuol dire “facile”. Scordatevi questa parola. Vuol dire essenziale. E per raggiungere l’essenza, bisogna sapere dove mettere le cose ma soprattutto dove sottrarre. Bisogna immergersi nel caos e fare ordine. Bisogna imparare ad avere il dono della sintesi e comunicare tanto con poco.
"Il Meno è Più"
Breve introduzione storica
La composizione nel minimalismo non è nata da una moda, ma da una necessità: dire tutto con quasi niente. E questa sfida ha attratto nel tempo spiriti visionari, matematici dell’arte, e persino qualche giocoso sabotatore.
Vediamo chi sono.
Kazimir Malevič – Il rivoluzionario del nulla apparente
Nel 1915 appese un semplice quadrato nero su fondo bianco e disse: "Non rappresenta nulla". Panico tra i critici. In realtà, quella composizione radicale era un manifesto: l’arte come spazio mentale, come costruzione pura.
Nessun paesaggio, nessun volto, solo una forma perfettamente centrata. Il vuoto, in realtà, era pienissimo.
El Lissitzky – Il costruttore di mondi immaginari
Con i suoi “Proun” (Progetto per l'affermazione del Nuovo), Lissitzky non solo giocava con spazio e forma: li inventava da zero.
Griglie diagonali, volumi fluttuanti, geometrie orbitanti: ogni composizione sembrava progettata per un pianeta parallelo. Era l’architetto di un’utopia visiva, e ogni elemento aveva un posto per ragione cosmica.
Piet Mondrian – Il danzatore del rigore
Mondrian faceva sembrare i colori primari e le linee nere più dinamici di una battaglia futurista.Dietro l’apparente rigidità delle sue griglie, c’era la ricerca ossessiva dell’equilibrio perfetto, come una sinfonia composta da silenzi e battiti.
Le sue opere erano coreografie statiche, dove ogni spazio bianco ha un ruolo attivo.
Josef Müller-Brockmann – Il metronomo del design
Il maestro svizzero della griglia tipografica non creava immagini: le progettava. La composizione, per lui, era una questione matematica, ma anche musicale. Ogni linea, margine, modulo aveva un ritmo interno.
Guardare i suoi poster è come ascoltare una fuga di Bach con gli occhi.
Bruno Munari – Il sabotatore elegante
E poi c’è lui, il mio preferito che metto per ultimo come un buon dessert. Per chi non lo conoscesse consiglio praticamente tutti i suoi libri, sono perle per chi vuol imparare a creare e vedere usando approcci diversi e strade forse inconsuete. Ecco dunque Bruno Munari: artista, designer, bambino eterno. Non si definiva minimalista, ma amava l’essenzialità. E la sovvertiva con ironia. In un’opera toglieva tutto, in un’altra aggiungeva solo una banana (vedi “Good Design” o i suoi collage ironici). Per Munari, la composizione era un gioco serio, una forma di intelligenza visiva.
Anche nei suoi Libri Illeggibili o nei suoi prelibri per bambini, l’ordine era sempre un invito al caos giocoso.
Altri viaggiatori del “meno è più”
Agnes Martin – poetessa della linea e del silenzio, le sue tele sembrano vuote ma vibrano come un respiro trattenuto.
Donald Judd – maestro delle forme industriali pure, i suoi volumi parlano con lo spazio e non chiedono mai il permesso.
Lucio Fontana – che invece di aggiungere, tagliava.Una composizione spaziale nel vero senso del termine.
Sol LeWitt – per cui l’arte era un sistema, e la composizione una regola che funzionava anche senza l’artista.
Eccoli una foto per ciascuno, invito come sempre a fare una ricerca per immagini se la poetica di qualcuno di loro vi ispira, approfonditene l'iconografia!
La lezione?
Minimal non significa vuoto. Significa precisione. E la composizione è ciò che rende il poco, tantissimo.
Tutti loro avevano un’ossessione: l’ordine. Non come gabbia, ma come forza liberatoria.
Contemporaneità: il ritorno "consapevole" alla composizione
Oggi, in mezzo al caos visivo iper-saturo della cultura social, la composizione è tornata a essere un superpotere. Non perché siamo tutti diventati artisti suprematisti, ma perché siamo costretti a scegliere cosa far vedere e cosa no, e in quale ordine.
Il paradosso è questo: più informazioni ci invadono, più abbiamo bisogno di silenzio visivo. La composizione è quel silenzio. È la pausa in una timeline rumorosa. Che tu stia creando la copertina di una fanzine, un reel, un collage analogico o un carosello promozionale, la disposizione degli elementi è ciò che trasforma una schermata in uno sguardo magnetico.
✂️ Hai mezzo secondo per catturare l’attenzione. Il tuo "HooK" visivo è la composizione.
Minimalismo strategico: chi lo usa e come
Nel 2025 il minimalismo non è solo uno stile: è una scelta di posizionamento. Parla di controllo, visione, autorità. Ecco alcuni esempi di chi, pur non essendo artista "tradizionale", ne ha fatto un marchio identitario:
La regina scandinava dell’estetica pulita. Il suo brand Djerf Avenue ha costruito una narrazione visiva fatta di spazio bianco, simmetria, tagli netti e luce diffusa. Ogni post è una lezione di composizione bilanciata, che comunica lusso accessibile e calma digitale. Non mi piace a me ad essere sincero, ma questi sono gusti. Tutti questi esempi che vi do vanno osservati in modo oggettivo. (Attenzione: nulla è lasciato al caso.)
Magazine, blog, universo estetico. Con pagine fatte di fotografie centrali, palette neutre e ampi margini bianchi, Cereal è diventato un simbolo del minimalismo editoriale contemporaneo. Anche i loro contenuti Instagram sono studiati come piccole architetture visuali.
📷 @thismintymoment (Tom Windeknecht)
Uno dei miei preferiti. Fotografo che lavora solo con forme geometriche, linee pulite e colori pastello.Ogni immagine è una composizione modernista 2.0, costruita con lo stesso rigore di Lissitzky, ma in formato quadrato e mobile-friendly.
Non è solo un profilo: è un archivio vivente del minimal design contemporaneo. Dall’architettura al packaging, ogni post è una meditazione sulla composizione: dove va la tipografia? Che ruolo ha il vuoto? Come guidare l’occhio?
📌 PS: Instagram? Sì, ma con criterio.
Lo so cosa state pensando: “Un altro profilo social?!”. E invece sì. Ma non per postare il vostro pranzo o scorrere gattini fino all’alba.
Vi consiglio caldamente di crearvi un profilo Instagram, non per consumare, ma per osservare, studiare, assorbire. Pensatelo come un museo in tasca, aggiornato in tempo reale: artisti emergenti, gallerie, trend visivi, soluzioni compositive che funzionano (e altre che falliscono in modo glorioso).
Essere su Instagram oggi, per chi si occupa d’arte, non è solo utile: è quasi un dovere. Solo così potete allenare l’occhio, capire cosa sta succedendo nel mondo visivo contemporaneo e, soprattutto, parlare la lingua del vostro pubblico. Perché sì, anche l’arte ha bisogno di una grammatica comune per farsi capire.Poi, se nel frattempo vi divertite anche… be’, non ditemelo, ma sappiate che va bene.
💡 E non dimenticate di seguirmi! Anch'io come tutti sono sull'onda, cerco uno stile e un modo tutto mio per comunicare, forse la cosa piu' difficile. E' facile analizzare e parlare degli altri, ma poi quando devi metterlo in pratica per te stesso e' molto piu' complesso e ogni giorno imparo e sbaglio e imparo di nuovo. Quindi seguite i miei errori, per contenuti in inglese seguite @micheledierre, se invece preferite la nicchia italiana allora vi aspetto su @micheledierreart. ironicamente finisce con art in inglese 😏
Ma Andiamo avanti, abbiamo quasi finito. Ecco altri esempi che consiglio di osservare attentamente:
👁️🗨️ Brands come Aesop, COS, Apple, Nike
Questi marchi non vendono solo prodotti, vendono esperienze visive ordinate, composte, calibrate. Il design dei loro contenuti, dalla vetrina Instagram al sito web, è basato su un’estetica compositiva rigorosa. E proprio per questo riescono a emergere nel feed.
Perché ci interessa tutto questo?
Perché oggi chi sa comporre, sa comunicare. In un mondo di template urlati, bordi che sbordano e font troppo pieni, un’immagine ben composta è un atto radicale di eleganza. È come sussurrare in mezzo a un concerto rock: la gente si ferma ad ascoltare.
Vuoi creare un collage? Un visual per la tua copertina? Un layout per un progetto personale o editoriale? La composizione non è il contenuto: è la sua regia. E più il contenuto è semplice, più la regia deve essere potente.
Strumenti della lezione: ✂️
Esercizi creativi
Questa volta servono pochi strumenti e molte intuizioni. Porta con te:
✂️ Forbici (vere, non simboliche)
📚 Riviste da ritagliare (moda, pubblicità, natura, arredamento: tutto va bene)
🖍️ Un marker (nero o colorato, punta cicciona consigliata)
🧠 Un tema opzionale da esplorare: identità, animali, pubblicità vintage, parole, oggetti simbolici o ispirandoci alle copertine del mese che di seguito presentero'…
Come al solito, useremo tutti gli sturmenti che abbiamo usato prima senza porci alcun limite. In piu' colla, carta, pennarelli e supporti vari (che porterò io) per lavorare su più livelli di sperimentazione.
Ecco in anticipo gli esercizi che andremo a fare e che vi spieghero' nel dettaglio
Chi vuole puo' gia' iniziare a sperimentare a casa
🔀 Composizione cieca
Ritaglia 10 soggetti a caso, senza pensarci troppo. Disponili su un foglio, prova a trovare un equilibrio. Il cervello cercherà comunque una logica. E tu scoprirai la tua.
⚖️ Simmetria vs squilibrio
Usa gli stessi ritagli per creare due collage:
Uno perfettamente simmetrico.
Uno volutamente sbilanciato. Poi guardali. Cosa comunicano? Quale ti inquieta? Quale ti rassicura?
🎧 Silenzio visivo
Prendi solo 2 elementi. Componi. Sposta. Rispista.Lascia vuoti. Fai parlare lo spazio.Spoiler: il vuoto ha molto da dire.
📖 Narrativa breve
Scegli 3 soggetti ritagliati.Costruisci una storia in un’unica immagine. Niente didascalie. Solo immaginazione, connessioni, tensione narrativa.
La composizione come strumento maestro
Ripeto, questa è la lezione in cui la composizione non è più solo un concetto, ma diventa azione. Finalmente si taglia. Si incolla. Si sbaglia. Si scopre. Tagliando e ricomponendo, impareremo che ogni spostamento genera un significato diverso.
La distanza tra due soggetti può creare tensione.
La sovrapposizione può evocare intimità.
L’asimmetria può generare inquietudine.
Il vuoto può diventare il messaggio.
Ogni gesto, ogni angolo, ogni spazio lasciato bianco ha un peso. E no, non è mai solo decorazione.
Fatto cio' a lezione insieme capiremo come usare questi semplici esercizi a nostro favore per creare le copertine di questo mese.
Perché è importante?
Perché da questo momento in poi, ogni tuo lavoro che sia un disegno, una stampa, una grafica o un post su Instagram sarà una composizione.
Anche il caos ha bisogno di una regia. Anche la spontaneità ha una grammatica.
Capire dove mettere cosa diventerà il tuo radar visivo. Saprai guidare l’occhio. Sarai meno “artista istintivo” e più coreografo dell’immagine.
📚 I due libri del mese
Less is More, anche in narrativa
Per esercitare la composizione, useremo due testi molto diversi tra loro, ma entrambi sorprendenti per come raccontano e non solo per cosa raccontano. Due viaggi, uno fisico, l’altro intimo, raccontati con semplicità, ma con una potenza visiva da veri maestri della sintesi.
🧒 Signori bambini – Daniel Pennac
📖 Riassunto "non convenzionale": Tre professori di un liceo, irritati dal comportamento dei loro studenti, lanciano per scherzo una “maledizione” evocando una punizione: «che possiate tornare bambini!». Peccato che la maledizione funzioni. Si svegliano bambini, nel corpo e nei vestiti, ma con la coscienza adulta. Da lì inizia un’avventura tragicomica tra le pieghe dell’identità, dell'autorità, della scuola, e della nostalgia.
🎯 Perché è interessante in ottica minimalista? Pennac è un autore che "taglia il superfluo". Ogni scena ha pochi elementi ma forti: un letto disordinato, un vestito troppo grande, un’aula vuota, un bambino col volto adulto. Visivamente, è un catalogo surreale di oggetti "normali" messi nel contesto sbagliato. Perfetto per composizioni dove pochi elementi raccontano molto.
Suggestioni visive per i collage:
Vestiti troppo grandi su bambini (o adulti rimpiccioliti)
Banchi di scuola e lavagne vuote
Valigette da professore con dentro giocattoli
Orologi, scarpe fuori misura, bicchieri da adulti in mani infantili
Espressioni perplesse, doppie identità, incroci d'età
🛵 In Vespa – Giorgio Bettinelli
📖 Riassunto "in movimento": Un uomo parte da Roma su una Vespa e arriva fino a Saigon. Un viaggio reale, concreto, lento e totalmente personale. Bettinelli attraversa deserti, piogge monsoniche, strade rotte e dogane sospettose. Ma soprattutto attraversa se stesso, metro dopo metro. Un libro pieno di chilometri e silenzi, più che di parole.
🎯 Perché è interessante in ottica minimalista? La Vespa è l’emblema della sintesi: un piccolo mezzo per un grande viaggio. E Bettinelli racconta con pochi tratti: una strada, una sosta, una faccia. Il mondo diventa essenziale. Less is more, sempre. Anzi: più riduci, più vedi.
Suggestioni visive per i collage:
Una Vespa sola nel vuoto (deserto, strada, oceano)
Mappe ridotte a una linea rossa
Benzina, pioggia, gomme, sole – in icone
Volti fugaci incontrati lungo il cammino
Un casco, una cartina, una tenda piegata
Il contrasto tra la vastità del paesaggio e la piccolezza del veicolo
🧰 Come useremo questi testi nella nostra lezione?
Sarà il nostro “materiale letterario visivo” da cui estrarre soggetti, concetti e metafore, e tradurli in composizioni minime ma forti. Con forbici, colla, riviste e una certa ironia per cominciare... Poi si passa al disegno e inchiostrazione! Ma questo ve lo spieghero' a lezione.
Non serve aver letto i libri (anche se è consigliato): bastano le immagini mentali che ci evocano. Noi daremo loro forma, con pochi elementi e molta intenzione.
Conclusione:
Taglia, incolla, comprendi e reinterpreta!
Questa lezione è una delle più potenti del corso. Per questo Delia e tutti cercate di esserci!!! Non perché imparerai una tecnica nuova, ma perché scoprirai che la composizione è una presa di posizione.
Scegliere cosa mostrare
Scegliere cosa nascondere
Scegliere come mostrarlo
È un atto estetico, ma anche etico e personale. Quando saprai comporre con ritagli e colla, saprai farlo anche con la pittura, con la grafica, con la vita.
Ci vediamo in Feltrinelli. Non dimenticare le forbici. (Ma niente sangue, solo carta.)
Ps. questa volta non metto nessun esempio di copertina, non voglio che siate influenzati!
📚 Per chi vuole approfondire: mini-bibliografia utile e umana
Bruno Munari – Da cosa nasce cosa
Il libro fondamentale per chi vuole capire come pensano (e progettano) i creativi.Munari è maestro nell’unire semplicità e rigore: ideale per interiorizzare l’importanza della composizione come processo, non come abbellimento.
Ellen Lupton – Thinking with Type
Un manuale chiaro e ben strutturato che, anche se centrato sulla tipografia, è una lezione continua di composizione visiva.Dedicato a chi ama il design e vuole una guida più “tecnica” ma godibile.
John Berger – Ways of Seeing
Un classico che spiega come guardiamo le immagini, e cosa succede quando cambiamo contesto o composizione.Perfetto per sviluppare consapevolezza visiva e mettere in crisi la “visione automatica”.
Keri Smith – Wreck This Journal
Un invito all’azione creativa (e distruttiva).Se vuoi liberarti dalla sindrome del “collage perfetto”, questo è il libro che ti dà il permesso di sbagliare con gioia.
Se vuoi, posso impaginarti questa parte come handout stampabile per la lezione, o in PDF da allegare alla mail pre-corso. Fammi sapere!





























































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