Acquelli e la magia post-ink
- Michele Di Erre
- 5 mag
- Tempo di lettura: 5 min
guida Rapida per illustratori in erba
Hai finalmente inchiostrato la tua illustrazione con la grazia di un monaco zen e la pazienza di un notaio svizzero. Ora il tuo foglio bianco è un piccolo tempio sacro di linee perfette. Ma non cantare vittoria troppo presto, aspirante stregone del pennino: è ora di affrontare l’arcano acquoso… ovvero gli acquelli forse uno dei medium piu' difficili da padroneggiare ma con tantissime potenzialita' e varianti che ora vedremo!
Ma cosa sono, ‘sti acquelli?
Nel nostro gergo da bottega (o da workshop figo), gli acquelli sono quei passaggi a pennello con acqua o colore diluito che si applicano dopo l’inchiostrazione. Servono per aggiungere profondità, atmosfera o quel tocco poetico che dice "non sono solo bravo col pennarello, so anche fare le sfumature".
In pratica: è il momento in cui la tua illustrazione smette di essere solo "bella" e comincia a raccontare una storia.
Ecco alcune regole d'oro da Rispettare
1. L’inchiostro deve essere secco-secco-secco
Non "quasi asciutto". Non "asciutto al tatto". Deve essere morto e sepolto. Dagli almeno una notte di riposo (come il risotto) oppure usa un phon, ma non avvicinarlo troppo o ti ritrovi con un effetto tornado del Kansas su carta Fabriano.
2. Gli acquelli si fanno con delicatezza
Usa un pennello morbido, tipo da acquerello, niente setole da stalla. E soprattutto: acqua con giudizio. Se il foglio si imbarca come una nave vichinga, hai esagerato.
Puoi:
Aggiungere ombre leggere con una tinta grigia diluita (fatta con inchiostro, acquerello o anche tè se sei in casa hipster).
Dare profondità con lavature di colore trasparente.
Creare sfondi atmosferici con effetti bagnato su asciutto o bagnato su bagnato, se ti senti audace.
3. Attenzione agli inchiostri solubili
Se hai usato un inchiostro che NON è waterproof, tipo quelli a base di china liquida o di misteriosa provenienza orientale comprati su AliExpress a 1,70€, il rischio è che gli acquelli sciolgano tutto.
Fai prima una prova a lato (aka "zona sacrificabile") con un po’ d’acqua e vedi se la linea sbava. Se sì, o cambi tecnica o sigilli tutto con un fissativo spray leggero prima di procedere.
4. Sii teatrale, ma non drammatico
Gli acquelli non servono per coprire errori o oscurare l’inchiostro. Non stai girando un noir. Cerca l’equilibrio: lo scopo è accompagnare le linee, non sopraffarle. Pensa agli acquelli come ai musicisti che accompagnano il cantante. Se iniziano a urlare, il concerto è rovinato.

Poi va beh' c'e' anche la tecnica prima si acquerella, si asciuga e poi si inchiostra. Ma questa e' tutta un'altra storia.
Detto questo, ora vediamo di entrare nel dettaglio e cerchero' di spiegarti in modo semplice come iniziare.
Tips bonus da bottega
Se hai esagerato con l’acqua, tampona con carta assorbente, non strofinare come se stessi pulendo il tavolo del bar.
Usa mascherina liquida se vuoi preservare zone bianche.
Puoi anche usare il pennello a secco per effetti più ruvidi, tipo "nuvole da temporale emotivo".
l’arte di controllare l’imprevedibile
Usare l’acquerello è un po’ come domare un gatto selvatico armato di pennello: affascinante, imprevedibile, e ogni tanto ti graffia l’ego. Ma non temere, giovane illustratore! Con un po’ di pratica e un setup degno di un laboratorio magico, potrai far danzare l’acqua a tuo piacimento.
Cosa ti serve prima di iniziare?
Ecco l'equipaggiamento base per entrare nel mondo umido dell'acquerello senza affogare:
Due bicchieri (o barattoli) d’acqua: uno per sciacquare il pennello (acqua sporca), uno per raccogliere l’anima limpida della trasparenza (acqua pulita).
Pennelli morbidi: di varie dimensioni, ma tutti con setole che non graffiano. No, quelli da tempera dell’asilo non vanno bene.
Carta da acquerello: spessa, ruvida o satinata, ma deve tenere botta quando arriva l’onda.
Una pezzetta o straccio: per asciugare il pennello o asciugare le lacrime quando sbagli.
Scottex o carta assorbente: utilissimo per tamponare gli errori o per creare effetti di luce. In breve: il tuo salvagente.
Tecniche fondamentali
(da sperimentare, non solo da studiare)
1. Bagnato su asciutto
La tecnica più semplice e prevedibile. Applichi l’acquerello sul foglio asciutto. Linee definite, controllo alto. Ideale per dettagli, ombre precise e quando vuoi avere l’illusione del controllo.
2. Bagnato su bagnato
La poesia dell’acquerello. Bagni prima il foglio con acqua pulita, poi ci versi sopra il colore. Risultato: fioriture, sfumature morbide, magia e caos controllato. Ottimo per cieli, atmosfere sognanti, drammi interiori.
3. A secco
Poco pigmento, poco acqua. Pennello quasi asciutto, carta asciutta. Effetto ruvido, graffiato, perfetto per texture, rocce, vestiti logori o mattine storte.
4. Lifting (o tecnica della cancellazione)
Passi il colore, poi tamponi via con scottex o carta assorbente. Serve per creare luci, riflessi, o per dire “ho sbagliato ma faccio finta che era voluto”.
5. Stratificazione (glazing)
Applichi un primo strato, lo lasci asciugare completamente, poi ne aggiungi un altro sopra. Più strati = più profondità. Funziona come il tiramisù, ma con meno calorie. Queste sono le famosissime VELATURE
6. Spruzzatura e schizzi
Con lo spazzolino o il pennello, puoi spruzzare pigmento sulla carta per creare texture, pioggia, neve o scene di battaglia interna. Avviso: copri le aree che vuoi salvare… o il tuo gatto. Questa tecnica potrebbe non essere del tutto prevedibile!

Tips bonus da bottega (2° volume non autorizzato)
Inclina leggermente il foglio: aiuta l’acqua a fluire con grazia invece di stagnare come una pozzanghera.
Prepara una tavolozza con ordine: niente pozzetti-melma, organizza i colori come fossero spezie rare.
Testa i colori su uno scarto prima di metterli sull’opera: alcuni sembrano innocui nella cialda, poi diventano Godzilla.
Evita di rimestare l’acqua troppo sporca: dopo un po’, diventa un brodo primordiale che infetta ogni colore.
Usa una pipetta o siringa senza ago per dosare l’acqua: precisione da alchimista senza il rischio di alluvioni.
Se usi il phon, fallo a distanza e con aria tiepida: asciugare in modo violento può deformare il foglio o spingere i pigmenti in posti sbagliati.
Lava i pennelli subito dopo l’uso: o domani mattina troverai un crostone fossile al posto delle setole.
Conserva una carta di riferimento dei tuoi colori: ogni acquerello asciuga in modo diverso da com’era da bagnato (truffa universale n°1).
Impara a fermarti: spesso la vera bravura sta nel sapere quando l’acqua ha detto abbastanza.
Diventa amico del caos: l’acquerello non ama essere controllato del tutto. Se ti sorprende, è perché sta funzionando.
In conclusione:
Gli acquelli sono il tuo alleato silenzioso. Non fanno rumore, non rubano la scena, ma rendono tutto più vivo. Sono il respiro tra una linea e l’altra, l’eco delle tue ombre, il tè caldo dopo l’inchiostro freddo.
E se qualcosa va storto? Tranquillo, è solo carta. L’arte è fatta anche di errori, e le macchie a volte raccontano storie migliori delle linee dritte.

E ovviamente, ragazzi, questa è solo la punta dell’iceberg (quello artistico, non quello del Titanic). Qui ho sintetizzato il necessario per darvi un’infarinatura rapida, pratica e possibilmente non noiosa. Ma là fuori ci sono montagne di manuali, tutorial, blog e video per ogni tecnica, ogni pennellata, ogni errore tragico che potrete mai fare.
Quindi, come sempre: siate curiosi, sbagliate con eleganza, sperimentate senza pietà. E per i più affamati, vi sgancerò un paio di manuali extra in chat, roba buona da bottega, mica fuffa. Quello che trovate qui è una base ridotta all’osso, una cassetta degli attrezzi minimal. Il resto? Va conquistato a suon di acqua sporca e carta ondulata.
Adesso su, che aspettate? Riprendete le vostre copertine e provate a buttarci dentro un po’ di colore. Uno o due per iniziare… ma poi vedrete, l’arcobaleno è dietro l’angolo. Buona fortuna, e che l’acquello sia con voi!
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