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Acquelli e la magia post-ink

guida Rapida per illustratori in erba


Hai finalmente inchiostrato la tua illustrazione con la grazia di un monaco zen e la pazienza di un notaio svizzero. Ora il tuo foglio bianco è un piccolo tempio sacro di linee perfette. Ma non cantare vittoria troppo presto, aspirante stregone del pennino: è ora di affrontare l’arcano acquoso… ovvero gli acquelli forse uno dei medium piu' difficili da padroneggiare ma con tantissime potenzialita' e varianti che ora vedremo!


Ma cosa sono, ‘sti acquelli?


Nel nostro gergo da bottega (o da workshop figo), gli acquelli sono quei passaggi a pennello con acqua o colore diluito che si applicano dopo l’inchiostrazione. Servono per aggiungere profondità, atmosfera o quel tocco poetico che dice "non sono solo bravo col pennarello, so anche fare le sfumature".

In pratica: è il momento in cui la tua illustrazione smette di essere solo "bella" e comincia a raccontare una storia.


Ecco alcune regole d'oro da Rispettare


1. L’inchiostro deve essere secco-secco-secco


Non "quasi asciutto". Non "asciutto al tatto". Deve essere morto e sepolto. Dagli almeno una notte di riposo (come il risotto) oppure usa un phon, ma non avvicinarlo troppo o ti ritrovi con un effetto tornado del Kansas su carta Fabriano.


2. Gli acquelli si fanno con delicatezza


Usa un pennello morbido, tipo da acquerello, niente setole da stalla. E soprattutto: acqua con giudizio. Se il foglio si imbarca come una nave vichinga, hai esagerato.

Puoi:

  • Aggiungere ombre leggere con una tinta grigia diluita (fatta con inchiostro, acquerello o anche tè se sei in casa hipster).

  • Dare profondità con lavature di colore trasparente.

  • Creare sfondi atmosferici con effetti bagnato su asciutto o bagnato su bagnato, se ti senti audace.


3. Attenzione agli inchiostri solubili


Se hai usato un inchiostro che NON è waterproof, tipo quelli a base di china liquida o di misteriosa provenienza orientale comprati su AliExpress a 1,70€, il rischio è che gli acquelli sciolgano tutto.

Fai prima una prova a lato (aka "zona sacrificabile") con un po’ d’acqua e vedi se la linea sbava. Se sì, o cambi tecnica o sigilli tutto con un fissativo spray leggero prima di procedere.


4. Sii teatrale, ma non drammatico


Gli acquelli non servono per coprire errori o oscurare l’inchiostro. Non stai girando un noir. Cerca l’equilibrio: lo scopo è accompagnare le linee, non sopraffarle. Pensa agli acquelli come ai musicisti che accompagnano il cantante. Se iniziano a urlare, il concerto è rovinato.



Poi va beh' c'e' anche la tecnica prima si acquerella, si asciuga e poi si inchiostra. Ma questa e' tutta un'altra storia.

Detto questo, ora vediamo di entrare nel dettaglio e cerchero' di spiegarti in modo semplice come iniziare.


Tips bonus da bottega


  • Se hai esagerato con l’acqua, tampona con carta assorbente, non strofinare come se stessi pulendo il tavolo del bar.

  • Usa mascherina liquida se vuoi preservare zone bianche.

  • Puoi anche usare il pennello a secco per effetti più ruvidi, tipo "nuvole da temporale emotivo".


l’arte di controllare l’imprevedibile


Usare l’acquerello è un po’ come domare un gatto selvatico armato di pennello: affascinante, imprevedibile, e ogni tanto ti graffia l’ego. Ma non temere, giovane illustratore! Con un po’ di pratica e un setup degno di un laboratorio magico, potrai far danzare l’acqua a tuo piacimento.


Cosa ti serve prima di iniziare?


Ecco l'equipaggiamento base per entrare nel mondo umido dell'acquerello senza affogare:

  • Due bicchieri (o barattoli) d’acqua: uno per sciacquare il pennello (acqua sporca), uno per raccogliere l’anima limpida della trasparenza (acqua pulita).

  • Pennelli morbidi: di varie dimensioni, ma tutti con setole che non graffiano. No, quelli da tempera dell’asilo non vanno bene.

  • Carta da acquerello: spessa, ruvida o satinata, ma deve tenere botta quando arriva l’onda.

  • Una pezzetta o straccio: per asciugare il pennello o asciugare le lacrime quando sbagli.

  • Scottex o carta assorbente: utilissimo per tamponare gli errori o per creare effetti di luce. In breve: il tuo salvagente.


Tecniche fondamentali

(da sperimentare, non solo da studiare)


1. Bagnato su asciutto

La tecnica più semplice e prevedibile. Applichi l’acquerello sul foglio asciutto. Linee definite, controllo alto. Ideale per dettagli, ombre precise e quando vuoi avere l’illusione del controllo.


2. Bagnato su bagnato

La poesia dell’acquerello. Bagni prima il foglio con acqua pulita, poi ci versi sopra il colore. Risultato: fioriture, sfumature morbide, magia e caos controllato. Ottimo per cieli, atmosfere sognanti, drammi interiori.


3. A secco

Poco pigmento, poco acqua. Pennello quasi asciutto, carta asciutta. Effetto ruvido, graffiato, perfetto per texture, rocce, vestiti logori o mattine storte.


4. Lifting (o tecnica della cancellazione)

Passi il colore, poi tamponi via con scottex o carta assorbente. Serve per creare luci, riflessi, o per dire “ho sbagliato ma faccio finta che era voluto”.


5. Stratificazione (glazing)

Applichi un primo strato, lo lasci asciugare completamente, poi ne aggiungi un altro sopra. Più strati = più profondità. Funziona come il tiramisù, ma con meno calorie. Queste sono le famosissime VELATURE


6. Spruzzatura e schizzi

Con lo spazzolino o il pennello, puoi spruzzare pigmento sulla carta per creare texture, pioggia, neve o scene di battaglia interna. Avviso: copri le aree che vuoi salvare… o il tuo gatto. Questa tecnica potrebbe non essere del tutto prevedibile!



Tips bonus da bottega (2° volume non autorizzato)


  • Inclina leggermente il foglio: aiuta l’acqua a fluire con grazia invece di stagnare come una pozzanghera.

  • Prepara una tavolozza con ordine: niente pozzetti-melma, organizza i colori come fossero spezie rare.

  • Testa i colori su uno scarto prima di metterli sull’opera: alcuni sembrano innocui nella cialda, poi diventano Godzilla.

  • Evita di rimestare l’acqua troppo sporca: dopo un po’, diventa un brodo primordiale che infetta ogni colore.

  • Usa una pipetta o siringa senza ago per dosare l’acqua: precisione da alchimista senza il rischio di alluvioni.

  • Se usi il phon, fallo a distanza e con aria tiepida: asciugare in modo violento può deformare il foglio o spingere i pigmenti in posti sbagliati.

  • Lava i pennelli subito dopo l’uso: o domani mattina troverai un crostone fossile al posto delle setole.

  • Conserva una carta di riferimento dei tuoi colori: ogni acquerello asciuga in modo diverso da com’era da bagnato (truffa universale n°1).

  • Impara a fermarti: spesso la vera bravura sta nel sapere quando l’acqua ha detto abbastanza.

  • Diventa amico del caos: l’acquerello non ama essere controllato del tutto. Se ti sorprende, è perché sta funzionando.


In conclusione:


Gli acquelli sono il tuo alleato silenzioso. Non fanno rumore, non rubano la scena, ma rendono tutto più vivo. Sono il respiro tra una linea e l’altra, l’eco delle tue ombre, il tè caldo dopo l’inchiostro freddo.

E se qualcosa va storto? Tranquillo, è solo carta. L’arte è fatta anche di errori, e le macchie a volte raccontano storie migliori delle linee dritte.

E ovviamente, ragazzi, questa è solo la punta dell’iceberg (quello artistico, non quello del Titanic). Qui ho sintetizzato il necessario per darvi un’infarinatura rapida, pratica e possibilmente non noiosa. Ma là fuori ci sono montagne di manuali, tutorial, blog e video per ogni tecnica, ogni pennellata, ogni errore tragico che potrete mai fare.

Quindi, come sempre: siate curiosi, sbagliate con eleganza, sperimentate senza pietà. E per i più affamati, vi sgancerò un paio di manuali extra in chat, roba buona da bottega, mica fuffa. Quello che trovate qui è una base ridotta all’osso, una cassetta degli attrezzi minimal. Il resto? Va conquistato a suon di acqua sporca e carta ondulata.

Adesso su, che aspettate? Riprendete le vostre copertine e provate a buttarci dentro un po’ di colore. Uno o due per iniziare… ma poi vedrete, l’arcobaleno è dietro l’angolo. Buona fortuna, e che l’acquello sia con voi!

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